Quali sono le caratteristiche di un ETF?
Gli ETF sono strumenti di successo perché risultano attrattivi per l’investitore, appaiono semplici, liquidi, economici e trasparenti. La caratteristica principale è la possibilità di negoziare le quote con le stesse modalità delle azioni. Gli ETF non hanno scadenza e l’orizzonte temporale dell’investimento è estremamente flessibile. Questi sono spesso utilizzati nei piani di accumulo a lungo termine, ma la quotazione continua nei mercati finanziari permette anche il trading intraday garantendo all’investitore un rapido ingresso o uscita dalla posizione desiderata.
Gli ETF passivi consentono di prendere posizione su un intero indice di mercato con una singola operazione, pertanto, sono degli ottimi strumenti per diversificare il portafoglio e ridurre il rischio specifico. Questi prodotti rendono disponibili a chiunque strategie complesse (come la leva o l’esposizione short) e l’accesso a mercati emergenti o particolari, in cui l’acquisto diretto del titolo è dispendioso e non immediato.
Le quote dell’ETF sono standardizzate e presentano tutte le stesse caratteristiche per garantire lo scambio sui mercati finanziari. Nei fondi comuni d’investimento lo stesso fondo potrebbe avere classi di azioni differenti. Per gestire la creazione della quota è stato creato il caratteristico meccanismo di creation/redemption in kind che permette al fondo di evitare di incorrere in negoziazioni sul mercato dei titoli del sottostante per acquistarlo, limitando quindi le commissioni pagate dal fondo. Il valore delle quote deriva da quello del sottostante, per questo sono considerati derivati.
La liquidità è garantita dalla quotazione e negoziazione continua in borsa e dalla presenza nei mercati di market maker, specialist e liquidity provider (ulteriori informazioni). Fra questi si citano Bank of America – Merrill Lynch, Barclays, BNY Mellon e Société Générale. In Italia, lo spread massimo e la quantità minima disponibile in acquisto e vendita sono decisi da Borsa Italiana durante la procedura di ammissione. La stessa società monitora il rispetto degli impegni in via continuativa.
Gli ETF, in osservanza delle norme sulla trasparenza, sono obbligati a pubblicare la composizione del paniere dei titoli che porta alla creazione o al rimborso della quota. Il NAV (net asset value) è pubblicato giornalmente ed è costantemente allineato al prezzo di mercato attraverso il già citato meccanismo di creation / redemption in kind a cui si rimanda per ulteriori informazioni.
Si noti che ci sono differenti norme sulla trasparenza riguardo alle posizioni effettivamente detenute dal fondo e non in tutti i mercati è richiesta la divulgazione delle posizioni su base giornaliera. La trasparenza riguardo alla pubblicazione delle proprie partecipazioni negli ETF è comunque maggiore rispetto ai fondi tradizionali che, in genere, pubblicano questi dati a scadenza semestrale.
Per gli ETF attivi esistono norme più stringenti che ne impongono la pubblicazione giornaliera, tuttavia, queste norme non sono omogenee né all’interno dell’UE né in confronto ai mercati nordamericani o asiatici. I gestori in Europa tendono ad applicare la normativa più stringente per rendere il proprio ETF negoziabile e compatibile a livello normativo in tutta l’Unione Europea. Pertanto i gestori tendono ad essere completamente trasparenti. Si noti però che negli USA a marzo 2020 sono stati quotati i primi ETF non trasparenti chiamanti anche ANT (active non transparent ETFs) o ETF semi-trasparenti.
Gli ETF si differenziano dai fondi comuni, poiché grazie alla quotazione è possibile scommettere contro il fondo (short selling), acquistare a margine e utilizzare opzioni. Oltre a ciò, i fondi comuni attivi e gli index fund nel momento dell’ingresso di nuovo capitale devono andare a comperare il sottostante incorrendo in costi suddivisi fra tutti gli aderenti.
Il rimborso della quota comporta la necessità di disporre di un buffer di liquidità, se non fosse sufficiente il patrimonio liquido disponibile si deve ricorrere alla cessione del sottostante. La possibilità di negoziare una quota di un fondo è subordinata a una richiesta alla SGR. La valutazione viene fatta al prezzo del giorno dell’ordine perché questo viene valutato e varia una sola volta al giorno e non continuamente.
Le commissioni negli ETF sono applicate automaticamente in proporzione al periodo di detenzione, poiché vengono detratte giornalmente. Gli ETF passivi eliminano i costi di analisi e limitano le contrattazioni alle sole operazioni di ribilanciamento. In generale, il turnover dei titoli è limitato motivo per cui, secondo Morningstar, le commissioni medie sono contenute fra lo 0,1% e lo 0,9% annuo, al contrario i fondi attivi che superano il 2%.
Se la quota viene ceduta sul mercato non sono applicate commissioni di entrata, uscita o di performance, ma devono essere considerate quelle applicate dal broker scelto dall’investitore per l’acquisto dei prodotti. I proventi periodici sono distribuiti agli investitori o capitalizzati nel patrimonio dell’ETF, rispetto ai fondi attivi la seconda opzione è molto più frequente.
Fin qui tutto bene, gli ETF però presentano dei rischi.
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