Dopo aver analizzato le azioni cicliche e anticicliche e la segmentazione per capitalizzazione di mercato, proseguiamo con le principali categorie di investimento azionario: Growth, Value e High Dividend. In questo articolo, analizziamo le loro caratteristiche, il comportamento nei diversi cicli economici e le strategie per diversificare il portafoglio.
Sommario
Azioni Growth
Le azioni growth rappresentano società con un forte potenziale di espansione, caratterizzate da un incremento significativo di fatturato e utili. Queste aziende sono generalmente giovani e reinvestono i loro profitti per sostenere la crescita, privilegiando l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo anziché distribuire dividendi.
Gli investitori scelgono queste azioni per la possibilità di ottenere elevati guadagni nel lungo termine, anche se questa strategia espone a un rischio maggiore. La loro volatilità può essere accentuata da fattori macroeconomici, come l’aumento dei tassi d’interesse o il rallentamento economico, nonché da periodi di incertezza (es. Covid-19).
Queste aziende presentano P/E (Price-to-Earnings) elevato poiché il mercato prezza la crescita futura e generalmente non distribuiscono dividendi. Un aspetto rilevante è la capacità di resistere all’inflazione poiché le aziende growth forniscono beni e servizi molto richiesti, motivo per il quale riescono più facilmente a trasferire i maggiori costi ai consumatori, mantenendo elevati margini di profitto.
Tuttavia, ci sono diversi rischi collegati alla volatilità maggiore rispetto alla media del mercato e al rischio di sopravvalutazione del prezzo che possono portare a crolli significativi se le aspettative di crescita non vengono rispettate. Non rari sono i casi di FOMO, che inducono gli investitori sprovveduti a lanciarsi su queste società a rapida crescita rischiando forti perdite.
Le growth stock sono particolarmente presenti nei settori ad alto tasso di innovazione:
- Tecnologia: Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon
- Biotecnologie e farmaceutico innovativo: Moderna, BioNTech, Regeneron
- E-commerce e digital business: Amazon, Shopify, MercadoLibre
- Energia rinnovabile: Enphase Energy, Plug Power
- Veicoli elettrici: Nio, Rivian, Tesla
Investire in azioni growth può essere estremamente redditizio, ma richiede una tolleranza al rischio più elevata e un orizzonte temporale di lungo termine per beneficiare appieno del potenziale di crescita di queste aziende.
Azioni Value
Le azioni value appartengono a società solide e consolidate, che il mercato prezza al di sotto del loro valore intrinseco. Questi titoli vengono selezionati da investitori che cercano stabilità, dividendi consistenti e minore volatilità, con la prospettiva di una futura rivalutazione del prezzo.
A differenza delle growth stock, i titoli value operano in settori maturi e spesso offrono rendimenti più costanti, anche se con un potenziale di crescita inferiore. I multipli in genere sono più bassi. Per questo motivo, risultano particolarmente attraenti per gli investitori con un approccio di lungo periodo orientato alla stabilità e alla generazione di reddito. Di seguito alcuni esempi:
- Banche e finanza: JPMorgan Chase, Wells Fargo, Bank of America
- Energia: ExxonMobil, Chevron, TotalEnergies
- Industria e manifatturiero: 3M, General Electric, Caterpillar
- Retail tradizionale: Walmart, Target, Home Depot
Voglio sottolineare che la collocazione in questi gruppi non è fissa, ad esempio, nella seconda metà dell’800 molte delle aziende growth erano le società ferroviarie, nel ‘700 lo erano le compagnie di navigazione che importavano beni dalle indie orientali e occidentali.
Azioni a Alto Dividend Yield (High Dividend Stocks)
Le azioni a alto dividend yield, o high dividend stocks, sono titoli di società che distribuiscono dividendi elevati rispetto al prezzo delle loro azioni. Il dividend yield è un indicatore chiave per valutare il ritorno sugli investimenti si calcola infatti dividendo il dividendo annuale per il prezzo corrente dell’azione.
Queste aziende tendono a operare in settori maturi e stabili, offrendo agli investitori una fonte di reddito passivo costante. Per questo motivo le high dividend stocks sono apprezzate dagli investitori a lungo termine e da chi cerca stabilità nei rendimenti, come nel caso dei fondi pensione. Tuttavia, è importante valutare il dividend yield con attenzione, poiché dividendi troppo elevati potrebbero indicare una società in difficoltà o con prospettive incerte.
Alcuni esempi di società High Dividend Stocks:
- Utility: Duke Energy, Enel, National Grid
- Energia: ExxonMobil, Chevron, TotalEnergies
- Telecomunicazioni: AT&T, Verizon, Vodafone, Telecom
- REITs (Real Estate Investment Trusts): Realty Income, Simon Property Group
- Settore finanziario: JPMorgan Chase, BlackRock, Allianz
Un sottoinsieme particolare di queste aziende sono le Dividend Aristocrats, ossia società che fanno parte dell’indice S&P 500 e che hanno aumentato il proprio dividendo per almeno 25 anni consecutivi. Sono quindi società che hanno dimostrato di avere una forte capacità di generare flussi di cassa costanti, capaci di resistere ai cicli economici e di premiare gli azionisti nel lungo periodo. Citiamo alcune società: Coca Cola (KO), Johnson & Johnson (JNJ), 3M (MMM) e Procter & Gamble (PG) che hanno aumentato il loro dividendo per oltre 60 anni consecutivi.
Cicli economici: confronto Growth, Value e High Dividend
Gli ETF ci possono aiutare a confrontare le performance delle azioni growth e value. Per il primo gruppo abbiamo selezionato il Vanguard Growth ETF (VUG) che raccoglie le principali azioni growth del mercato (come Apple, Microsoft, Amazon e Nvidia) ed è fortemente esposto al settore tecnologico e dell’innovazione digitale.
Per il secondo gruppo è stato individuato il Vanguard Value ETF (VTV) che comprende aziende meno “di grido” ma solide e sottovalutate, tra cui JPMorgan Chase, Johnson & Johnson e Procter & Gamble
Le prime dominano nei periodi di ripresa e crescita economica, quando i mercati puntano sulla crescita futura, con tassi bassi e innovazione al centro dell’economia. Le seconde, invece, sovraperformano in periodi di rialzo dei tassi e inflazione alta, poiché offrono stabilità e dividendi.

Aggiungiamo un nuovo ETF, l’Ishares Core High Dividend ETF (HDV), per completare l’analisi aggiungendo le High Dividend e allargando l’orizzonte fino dal 2006 a oggi.
Le condizioni macroeconomiche giocano un ruolo chiave nella performance delle azioni growth, high dividend e value. Analizziamo i fattori più rilevanti:
- Tassi d’interesse: le growth sono particolarmente sensibili ai movimenti dei tassi perché il loro valore si basa sul valore attuale dei profitti futuri. Nelle formule per stimare questo valore futuro (cd. Discounted Cash Flow) i tassi sono al denominatore, per cui all’aumento dei tassi il valore futuro si riduce. Al contrario, le value stock, che generano flussi di cassa più costanti, tendono a essere meno penalizzate.
- Inflazione: Durante periodi di alta inflazione, i costi delle aziende aumentano e i margini di profitto possono ridursi. Tuttavia, alcune growth stock con pricing power (come big tech e aziende innovative) riescono a trasferire questi aumenti ai consumatori.
- Politica monetaria: Le decisioni delle banche centrali influenzano il costo del capitale. Un ambiente di tassi bassi favorisce le growth stock, mentre tassi alti tendono a spostare l’interesse verso value stock e titoli ad alto dividendo.
- Rischi geopolitici e recessione: In scenari di incertezza, gli investitori preferiscono aziende solide e con flussi di cassa prevedibili, penalizzando le azioni growth a favore delle value e high dividend stocks.
Abbiamo assistito più volte ad un alternarsi del gruppo più performante. Negli anni ’90 e prima della bolla Dot-com abbiamo assistito a un boom delle growth stock (all’epoca Microsoft, Cisco e Amazon). La rapida crescita di queste aziende ha lasciato indietro sia High Dividend che Value Stock poiché gli investitori cercavano crescita veloce e soldi facili. Con lo scoppio della bolla le growth hanno perso il 70% del loro valore e gli investitori si sono nuovamente spostati verso le società più stabili.
Nel periodo 2002-2007 le aziende Value hanno ottenuto ottime performance, soprattutto nel settore finanziario e energetico. Con la crisi finanziaria del 2008 causata dai mutui subprime le high dividend stock nel settore utility, REITs e beni di prima necessità hanno mostrato una certa resilienza. Le banche, considerate value stock, sono crollate per colpa della bolla finanziaria creando il terreno favorevole per il ritorno delle growth stock che fra il 2009 e il 2021 hanno visto una crisi esplosiva. Ad esempio il VUG ha ottenuto più del 400%.

La pandemia del Covid ha poi colpito indistintamente i mercati, ma le High Dividend hanno limitato le perdite grazie alla loro maggiore stabilità. La reazione delle banche centrali e dei governi è stata di inondare di liquidità l’economia ma ciò ha aiutato a un’esplosione dell’inflazione che ha indotto un rialzo dei tassi per raffreddare i prezzi. Con i tassi in rialzo, gli investitori hanno privilegiato titoli con dividendi prevedibili ed elevati (assieme alle obbligazioni), in quanto il rendimento cedolare è diventato più competitivo rispetto alla crescita futura incerta delle growth stock.
Nel biennio 2022-23 infatti il Vanguard Value ETF (VTV) e Ishares Core High Dividend ETF (HDV) hanno battuto il Growth ETF (VUG) per la prima volta dal 2007 come si evidenzia dal grafico soprastante.
Conclusione
Abbiamo analizzato alcune delle principali categorizzazioni delle azioni e dimostrato come nessuna è sempre vincente. Le società growth, value e high dividend si alternano nella leadership delle performance a seconda del contesto economico. Le growth stock, giovani e attive, brillano nei periodi di espansione con tassi bassi e innovazione al centro dell’economia, mentre le value stock e le high dividend stock, stabili e durature, offrono maggiore stabilità e rendimenti più prevedibili in fasi di inflazione alta, tassi in rialzo e incertezze economiche.
Se ti interessa quali sono le varie modalità di categorizzare le azioni ti consiglio la nostra guida a small, mid e large cap.
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