La capitalizzazione di mercato (market cap) è uno degli indicatori fondamentali per classificare le aziende in base al loro valore totale in borsa e permette di dividere le aziende in 3 gruppi: small cap, mid cap e large cap. Questa suddivisione aiuta a capire le diverse potenzialità di crescita, il rischio e la stabilità di un investimento.
Negli articoli precedenti abbiamo analizzato le differenze tra azioni growth e value, high dividend, ESG nonché tra azioni cicliche e anticicliche, evidenziando il loro comportamento nei diversi contesti economici. Ora approfondiremo il ruolo della capitalizzazione di mercato, spiegando vantaggi, svantaggi e strategie per investire in aziende di diverse dimensioni, con esempi pratici e strumenti utili per diversificare il portafoglio.
Sommario
Market Cap
La capitalizzazione di mercato si calcola moltiplicando il prezzo di mercato di una singola azione per il numero totale di azioni in circolazione. Solitamente include solo le azioni ordinarie escludendo azioni privilegiate e altri strumenti finanziari come le obbligazioni convertibili che vengono considerati solo in analisi più approfondite del valore dell’azienda.
Le aziende possono emettere azioni di classi diverse (es. Classe A, Classe B), che possono avere diritti di voto e privilegi differenti. Ad esempio, Alphabet Inc. (Google) presenta azioni con 1 diritto di voto per azione chiamate di Classe A, poi una classe di azioni B non quotata che riserva 10 voti per azione e riservata a fondatori e dirigenti principali (Larry Page e Sergey Brin), azioni di classe C senza diritto di voto. Tutte le classi di azioni vengono conteggiate nella capitalizzazione di mercato.
L’obiettivo principale della suddivisione è garantire che i fondatori e il management mantengano il controllo sulla società, impedendo che gli azionisti pubblici influenzino troppo le decisioni strategiche.
Segmentazione Small cap, Mid cap e Large Cap
In base alla capitalizzazione le azioni vengono categorizzate in 3 gruppi: small cap, mid cap e large cap. Ogni nazione, a seconda del suo tessuto economico tende a raggruppare le aziende per valori differenti e spesso il confine non è definito. Partiamo con la segmentazione delle società quotate nei mercati statunitensi.
Le small cap sono aziende con una capitalizzazione inferiore a 2 miliardi di dollari. Spesso si tratta di startup o società emergenti con prospettive di crescita elevate, ma con una minore liquidità e una maggiore esposizione alla volatilità del mercato e a rischi finanziari più elevati ad esempio perché meno liquide e stabili.
Queste aziende tendono a essere le prime a risentire delle variazioni economiche, sia in positivo che in negativo. Questo avviene perché nei periodi di crescita economica il credito è più accessibile permettendo una crescita rapida. Nei periodi di rallentamento e di crisi la diminuzione della liquidità e l’aumento dei tassi tendono a penalizzare maggiormente le società più piccole anche perché indebitate. Per questi motivi le small cap sono ritenute un indicatore anticipatore dell’economia.
Per comprendere meglio come queste aziende si comportano possiamo considerare gli indici di riferimento per ciascuna categoria nel mercato statunitense. L’indice di riferimento per le società quotate a minore capitalizzazione è il Russell 2000.
Le mid cap sono società con una capitalizzazione compresa tra 2 e 10 miliardi di dollari. Rappresentano un equilibrio tra il potenziale di crescita delle small cap e la solidità finanziaria delle large cap. Spesso si tratta di aziende in fase di espansione, con fondamentali consolidati ma ancora margini di sviluppo significativi. Alcuni esempi sono Shopify e Roku. L’indice di riferimento per questo gruppo è lo S&P 400 MidCap.
Le large cap sono aziende con una capitalizzazione superiore ai 10 miliardi di dollari. Sono società consolidate, spesso leader nei loro settori, con una base finanziaria solida e una minore esposizione alla volatilità del mercato. Per questo motivo, rappresentano una scelta privilegiata dagli investitori a lungo termine e sono considerati asset più difensivi. Il benchmark di questo gruppo è il famoso S&P 500.
Possiamo concludere che in termini di rischio le small cap sono più rischiose delle società a capitalizzazione maggiore. Voglio far anche notare che non è raro il passaggio fra gruppi, casi recenti sono Netflix e Tesla.
Blue Chip
Le Blue chip sono azioni di aziende di lunga data, consolidate, con un’elevata capitalizzazione di mercato (spesso superiore ai 100 mld€) e una solida reputazione. Queste società hanno dimostrato stabilità e redditività nel tempo, anche durante periodi di crisi economica. Spesso pagano dividendi regolari e sono considerate investimenti sicuri per il lungo termine.
La segmentazione in Italia, Francia, Germania, UK e Giappone
Facciamo una panoramica nei principali mercati mondiali. Borsa Italiana riflette il tessuto economico del paese più orientato alle piccole e medie imprese (PMI), pertanto, le small cap sono aziende con capitalizzazione inferiore ai 500 mln€, le mid cap hanno una capitalizzazione fra 500 mln€ e 2mld€, mentre le large cap sono superiori a 2 mld€. Gli indici di riferimento sono il FTSE Italia Small Cap, il FTSE Italia Mid Cap e il FTSE MIB.
La Borsa di Londra (London Stock Exchange – LSE) differenzia fra small cap (<1 miliardo £), mid cap (1-5 mld£) e società a grande capitalizzazione (sopra i 5 mld£). Gli indici di riferimento sono rispettivamente FTSE SmallCap Index, FTSE 250 Index e FTSE 100.
Nella Borsa parigina (Euronext Paris) e nella Borsa di Francoforte (Deutsche Börse) la segmentazione è identica a Londra. I rispettivi indici di riferimento sono per la Francia CAC Small, CAC Mid 60 e CAC 40; mentre per la Germania SDAX, MDAX e DAX40.
Nel paese del Sol Levante (Tokyo Stock Exchange – TSE) la segmentazione è in yen (¥). In Giappone, le small cap sono società con meno di 100 mld¥ di capitalizzazione, le società a media capitalizzazione sono quelle fra 100 mld¥ e 500mld¥, mentre le società maggiori superato i 500mld¥. I rispettivi indici sono TSE Mothers Index, TOPIX Mid400 e TOPIX 100.
Investire in small, mid e large cap
Per investire in queste aziende abbiamo due possibilità, acquistare il singolo titolo o un fondo diversificato. Nel primo caso. dobbiamo essere in grado di individuare le azioni con migliori possibilità di crescita o sottovalutati. Nel caso di un acquisto di un fondo acquistiamo direttamente un paniere diversificato e dobbiamo solo occuparci di selezionare gestore e caratteristiche del fondo stesso.
In generale, per economicità e facilità di utilizzo mi rivolgo sempre agli ETF (Exchange Traded Funds), che grazie alla loro struttura e quotazione sui mercati mi permettono di posizionarmi e vendere rapidamente affrontando bassi costi di gestione e le sole commissioni di negoziazione del broker. Ricordo che gli ETF hanno anche la capacità di dare informazioni aggiuntive sull’andamento del mercato su cui investono e in alcuni casi possono essere considerati un indice di riferimento.

Gli ETF più importanti per investire seguendo la market cap per il mercato americano sono l’iShares Russell 2000 ETF (IWM), SPDR S&P 400 MidCap ETF (MDY), il Vanguard S&P 500 ETF (VOO) e lo SPDR S&P 500 ETF (SPY). Ricordo che quest’ultimo è storicamente il primo ETF moderno ed è il fondo a maggiore capitalizzazione della famiglia con oltre 633 mld$ (al 18 febbraio 2025) seguito a breve distanza dal VOO con 631 mld$.
Conclusione
La capitalizzazione di mercato è un fattore essenziale per classificare le aziende in base alle loro dimensioni e valutare il loro comportamento nei diversi contesti economici. In generale, notiamo che le small cap sovraperformano in fasi di espansione economica, con tassi di interesse bassi, facile accesso al credito e un forte appetito per il rischio. Tuttavia, soffrono i periodi di volatilità e incertezza che, al contrario, vedono le large cap favorite per la maggiore stabilità e resilienza offerta. Le mid cap rappresentano un equilibrio tra crescita e stabilità.
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