L’Analisi Tecnica fa largo ricorso agli indicatori e alla sottocategoria degli oscillatori. Questi strumenti sono stati creati partendo dai volumi e dai prezzi disponibili sul grafico. Un grande contributo è stato dato all’AT da Welles Wilder, data la rilevanza abbiamo trattato i suoi famosi indicatori (RSI, ADX, Parabolic SAR…) in un articolo ad hoc. Gli indicatori che vedremo in questo articolo si sovrappongono al grafico del prezzo. Se vuoi approfondire l’analisi dei volumi qui trovi un articolo dedicato.
Sommario
Indicatori e Oscillatori
Questi strumenti sono un modo per vedere gli stessi dati presenti nel grafico (prezzi e volumi) da una diversa prospettiva. Su di essi è possibile fare analisi tecnica e individuare supporti e resistenze. Sono più affidabili per strumenti con volumi consistenti e quindi una buona liquidità.
La differenza è che gli oscillatori sono impostati attorno a un punto centrale e la maggior parte presenta dei limiti superiori e inferiori fissi (range). Al contrario, gli indicatori non hanno limiti, ma notate che esistono degli ibridi.
Gli oscillatori tentano fornire dei segnali (ipervenduto e ipercomprato) che anticipano la possibile formazione di un nuovo trend o un reversal e vengono considerati dei leading indicator (es. RSI, Stocastico…).
Gli indicatori segnalano la forza del trend, (es. MACD e quelli che vedremo nel prossimo paragrafo), sono lagging indicator e sono usati per filtrare il rumore nei movimenti di mercato a breve termine e per confermare trend di più lungo periodo.
In generale, i lagging indicator sono più precisi e affidabili (forniscono meno falsi segnali), ma sono più lenti dei leading indicator che forniscono un maggior numero di segnali. Allo stesso modo, un periodo su cui è calcolato l’indicatore più ampio dovrebbe generare segnali più affidabili, mentre un periodo più corto è più incline a falsi segnali ma ne offre in numero maggiore.
Gli Indicatori funzionano meglio nelle fasi direzionali dei trend, mentre gli oscillatori sono adatti alle fasi di lateralizzazione (trading range).
Divergenze
Alcuni dei segnali più importanti forniti da indicatori e oscillatori sono le divergenze rispetto all’andamento del prezzo. In pratica, quando il prezzo segna massimi o minimi in una direzione, mentre l’indicatore segnala la direzione opposta la divergenza indica la possibilità che a breve possa esserci un’inversione del trend.
Le divergenze fra i prezzi e gli indicatori sono importanti segnali d’allerta per l’ingresso e l’uscita di un trade. In teoria, permetterebbero di acquistare vicino a un minimo e vendere vicino a un massimo. Io però ho smesso di credere che questo sia possibile con regolarità a causa dei falsi segnali. Possiamo osservare anche divergenze fra indicatori.
Ci sono due tipi di divergenze, regolari (sono segnali di inversione) e nascoste (possono essere anche segnali di continuazione):
- Divergenza Regolare Rialzista: segnala la fine di un downtrend. Il prezzo segnala minimi decrescenti, l’oscillatore minimi crescenti.
- Divergenza Regolare Ribassiste: segnala la fine del trend rialzista. Il prezzo segnala massimi crescenti, ma l’oscillatore segnala massimi decrescenti.
- Divergenza Nascosta Rialzista: il prezzo segnala minimi crescenti, ma l’indicatore segnala minimi decrescenti. Se avviene durante un trend rialzista segnala una continuazione.
- Divergenza Nascosta Ribassista: avviene alla fine di un trend rialzista se il prezzo segnala massimi decrescenti e l’oscillatore massimi crescenti. Se avviene durante trend a ribasso indica continuazione.
Medie Mobili
Le moving averages sono fra gli indicatori più utilizzati in analisi tecnica, servono a identificare il trend. Le medie mobili sono utili a smorzare e ridurre il rumore di fondo. La media mobile viene calcolata su un periodo scelto a piacere, i più usati sono 20, 50 e 200. Le medie mobili si distinguono in 3 tipi:
- Media mobile semplice (Simple Moving Average – SMA), è una media aritmetica semplice.
- MM ponderata (Weighted MA – WMA), pesa maggiormente i dati più recenti. Banalmente, si applica un fattore 1 al dato più lontano e un fattore uguale alla lunghezza del periodo scelto all’ultimo (es. 50).
- MM esponenziale (Exponential Moving Average – EMA), pesa ancora in misura maggiore i dati più recenti. Il calcolo sembra complesso. Il primo punto è una SMA del periodo scelto (es. 50), i successivi sono calcolati con la seguente formula:
- n è il periodo scelto,
- è il prezzo di chiusura nella data.
- è la media esponenziale calcolata la data precedente.
- è il coefficiente moltiplicativo della media esponenziale.
Spesso vengono utilizzate 3 serie di medie mobili con periodi, nel mio caso da 9 (o 20), 50 e 200 periodi ma considero più quelle a 50 e 200. Non sorprende quindi che la più reattiva sia la media a 9 periodi e la meno quella a 200. Se le medie sono ordinate in ordine cronologico significa che l’andamento è rialzista, in ribasso ordine è invertito.
La distanza fra le medie, in particolare fra quella fra 50 e 200, se è ampia e crescente o costante indica forza e prosecuzione del trend.
L’intreccio (crossover) delle medie è un segnale importante. Se l’incrocio avviene a rialzo della media più veloce (quella di più breve periodo) su una lungo periodo è un segnale BUY (golden cross). Al contrario, se la media a breve periodo si incrocia con quella a più lungo periodo è un segnale SELL (death cross). Nell’incrocio se l’angolo fra le due medie è ampio è un segnale di forza del trend.
Spesso le moving averages fungono da supporti e resistenze. In particolare, dopo un golden cross la media a lungo periodo è ritenuta un supporto importante (nel caso opposto è una resistenza).
Le medie mobili ci forniscono altri segnali quando il prezzo supera o scende al di sotto di una delle medie. Nel caso in cui il prezzo salga sopra una media è un segnale BUY, se scende sotto è un segnale SELL.
Le criticità sono due, da un lato le medie mobili sono tardive a reagire a un break up/down, dall’altro sono difficili da usare se mercato perde direzionalità (si mescolano).
Le Envelope sono i canali delle moving averages. Partendo da una SMA, per trovare la linea superiore del canale si somma una certa percentuale della stessa media mobile, al contrario la linea inferiore si ricava sottraendo alla media mobile la stessa %. La teoria dice di posizionarsi long quando i prezzi invertono nelle vicinanze del canale inferiore, al contrario andare short quando i prezzi invertono vicino al canale superiore.
Indicatore MACD
Il Moving Average Convergence Divergence, più facile da ricordare come MACD, è un indicatore momentum creato negli anni ’70 da Gerard Appel. Il MACD si basa su due linee:
- Linea MACD: ottenuta dalla differenza fra la media mobile esponenziale a 12 periodi e quella a 26.
- Signal Line: è la MM esponenziale della Linea MACD a 9 periodi.
Successivamente sono stati aggiunti gli istogrammi (Aspray, 1986) che rappresentano la differenza fra la Linea MACD e la Signal Line. Se il MACD si trova sopra la linea segnale l’istogramma è verde e positivo.
In generale, se la linea MACD si trova sullo zero significa che c’è stato un cross fra le EMA a 26 e 12 giorni, pertanto il segnale è long se lo supera a rialzo e short se scende sotto lo zero. La linea segnale ha il compito di anticipare il cross sullo zero della linea MACD e dare anticipatamente il segnale di ingresso o uscita.
I principali segnali sono gli incroci tra le due linee. Se la linea MACD supera a rialzo la linea Signal è un segnale Long. Al contrario, quando la linea del MACD incrocia al ribasso la Signal il segnale sarà short. La rapidità del rialzo o ribasso del MACD è un importante segnale di ipercomprato o ipervenduto, che spesso viene confermata dal Relative Strenght Index.
Se gli incroci sono rapidi il segnale è più affidabile, al contrario nelle fasi di lateralizzazione si possono verificare falsi segnali. Per questo il MACD deve essere guardato assieme al trend generale del prezzo. Se in un trend di lungo periodo vediamo un ritracciamento e poi il MACD tornare sopra la signal line questo è un forte segnale di prosecuzione del trend rialzista.
Nel momento in cui il Moving Average Convergence Divergence forma i massimi o minimi che divergono dai corrispondenti high e low del prezzo abbiamo una divergenza. Questa è detta regolare ed è rialzista quando il MACD forma due minimi in aumento in corrispondenza di due minimi in calo del prezzo. Questa divergenza è più affidabile quando il trend di lungo periodo è rialzista, se il trend è ribassista può indicare un’inversione.
Quando il MACD forma due massimi in calo che corrispondono a due massimi in aumento del prezzo abbiamo una divergenza regolare ribassista, abbiamo un rallentamento del trend. Se appare in una durante una tendenza ribassista a lungo termine è considerata una conferma alla continuazione del trend. Se il trend è rialzista può indicare un’inversione.
Esistono altre divergenze chiamate nascoste, sono anche queste rialziste e ribassiste. Nel primo caso il prezzo segna minimi crescenti e il MACD registra minimi decrescenti. Una divergenza nascosta ribassista è rappresentata da massimi crescenti dei prezzi corrispondono massimi decrescenti del MACD.
L’istogramma del MACD permette di visualizzare meglio le convergenze e le divergenze tra questo indicatore e i prezzi. Se il MACD è positivo e gli istogrammi sono crescenti questa è una conferma che il momentum rialzista si sta rafforzando. Possiamo trovarci in una situazione di trend ribassista, ma gli istogrammi sono positivi (sopra lo zero e verdi), questo indica la possibilità di un’inversione del trend.
Bande di Bollinger
Le Bande di Bollinger sono un indicatore sviluppato da John Bollinger e misurano la volatilità, definita come deviazione standard. Tecnicamente stiamo parlando di volatilità storica perché è quella realizzata nel passato. Al centro delle bande troviamo una media mobile, solitamente a 20 periodi.
La banda superiore è calcolata aggiungendo alla media due volte la deviazione standard del periodo, mentre la banda inferiore sottraendo alla media 2 volte la deviazione standard.
Le Bande di Bollinger ci mostrano se il mercato è tranquillo, abbiamo quindi bassa volatilità e si restringono. Se il mercato è in fermento, si aprono e mostrano una maggiore volatilità. In genere, il prezzo oscilla tra le due bande se le supera è probabile che la tendenza continui. Se al superamento delle bande si affianca una figura (pattern) di inversione allora è molto probabile aspettarsi un’inversione di tendenza.
Esiste un indicatore il Bollinger %B per rappresentare meglio le bande. Nel caso in cui il prezzo sia all’interno delle bande il valore è fra 0 e 1. Quando i prezzi sono esterni abbiamo valori superiori a 0 e 1. Un valore di 0,5 indica che i prezzi sono in corrispondenza della media mobile.
Le bande sono aree di supporto o resistenza dinamiche.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo definito oscillatori e indicatori. Nei prossimi articoli aggiungeremo altri strumenti a questa collezione. Il mio utilizzo di questi strumenti è secondario rispetto al grafico, mi sono utili come conferma di quello che vedo nei prezzi, ma le medie mobili sono però sempre presenti nei miei grafici.
Se siete preoccupati dalla difficoltà e dal tempo per calcolare questi strumenti sappiate che di questo si occupano in automatico Tradingview e gli altri portali con un click.
Se vuoi approfondire
Mitchell C., Commodity Channel Index, investopedia.com
Murphy J.J. (1999), Technical Analysis of the Financial Markets, Prentice Hall Press
Murphy J.J. (2001), Analisi tecnica dei mercati finanziari. Metodologie, applicazioni e strategie operative, Hoepli (versione italiana).
Murphy J.J., (2021), Intermarket Technical Analysis: Trading Strategies for the Global Stock, Bond, Commodity, and Currency Markets, Wiley
Pring M.J. (1995), Analisi tecnica dei mercati finanziari, McGraw-Hill Italia
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