In questo articolo ci occupiamo dell’Oscillatore Stocastico e una sua variante il Williams %R. Questi sono altri due oscillatori utili a individuare segnali di entrata e uscita e di cambiamento del trend.
Oscillatore Stocastico
Lo Stochastic Oscillator è stato creato alla fine degli anni ’50 da George Lane. L’assunto di base è che in un trend positivo i prezzi di chiusura tendono ad essere vicini al massimo del range del prezzo, la stessa cosa avviene all’inverso in un trend ribassista. Ci sono due linee %K e %D, ed è importante settare il periodo n (tipicamente 14, ma è usato anche a 20).
La prima line è il rapporto fra la differenza fra la chiusura del giorno e il minimo più basso del periodo e la differenza fra il massimo più alto e il minimo più basso del periodo. Il tutto moltiplicato per 100.
La linea %D è la media mobile semplice a 3 periodi della %K, per limitare i falsi segnali si utilizza un periodo a 20 e 5 per la linea %D. L’oscillatore varia fra 0 e 100, sopra 80 è un segnale di ipercomprato e la chiusura è vicina al minimo del range. Sotto 20 è in ipervenduto, con la chiusura vicina al minimo del range.
I cross fra %K e %D sono utilizzati come segnali di acquisto o vendita. Possiamo trovarci in situazioni con molteplici cross che rendono difficili le scelte di trading. Allo stesso modo ci sono molti falsi segnali. L’oscillatore potrebbe restare in fase di ipercomprato o ipervenduto se il trend rimane sostenuto e ben definito. Questo oscillatore è infatti usato molto nelle fasi in cui non c’è una tendenza definita (lateralizzazione).
Le divergenze possono essere sfruttate nelle strategie di trading. Ad esempio, quando il prezzo segna minimi sempre più profondi e l’oscillatore minimi crescenti questa è una divergenza rialzista poiché potrebbe segnalare una perdita di slancio (momentum) degli operatori bearish. Viceversa, se abbiamo massimi crescenti del prezzo e massimi decrescenti dello stocastico è un segnale ribassista di inversione.
Ci sono diverse versioni di questo indicatore, quella descritta finora è la versione Veloce, la versione Lenta rappresenta il %K come media mobile del %K calcolato con la versione veloce. Questo aiuta a rendere meno nervoso l’oscillatore e migliora l’affidabilità dei segnali.
Williams %R
L’indicatore sviluppato da Larry R. Williams è simile all’oscillatore stocastico, ma è rappresentato in una scala negativa da -100 a 0. Il Williams %R è ottenuto con la seguente formula:
Solitamente si prende un periodo di 14 giorni. Un valore prossimo a -100 indica che l’ultimo prezzo è il più basso degli ultimi 14 giorni, mentre un valore prossimo a 0 significa che il prezzo di chiusura è il più alto del periodo. L’indicatore %R si trova in ipervenduto sotto -80 e in ipercomprato sopra -20, l’entrata e l’uscita da queste aree sono segnali di vendita e acquisto.
Se siamo in un trend rialzista, il prezzo ricomincia a salire e l’indicatore rompe a rialzo la linea a -80 può essere un segnale che l’impulso rialzista sta ripartendo. La stessa cosa avviene quando il %R Williams in un downtrend, il prezzo ricomincia a scendere e l’indicatore scende al di sotto del -20.
Possiamo anche valutare come rallentamento del trend, tutte quelle fasi in cui l’indicatore dopo essere entrato e uscito dalla fase di ipervenduto o ipercomprato non riesce a tornarci dentro. Altri segnali sono individuati dalle divergenze fra prezzo e l’indicatore, individuate come sempre da un movimento del prezzo non confermato dal Williams %R.
Conclusioni
Lo Stocastico e il Williams %R restano, secondo me, due fra gli indicatori più importanti e affidabili che utilizzo frequentemente. MA, come sempre, altri due strumenti di analisi tecnica, altro abuso di condizionale.
Sarò ripetitivo. Lo scopo principale di questi strumenti è studiare il grafico per capire quale evento ha le maggiori probabilità di verificarsi, non di fornire risposte certe per questo sono numerosi i falsi segnali. Questo resterà per sempre il principale limite di ogni indicatore. Se allarghiamo l’orizzonte anche l’analisi fondamentale trova spesso fallimenti nell’individuare aziende sottovalutate o sottostimate.
Questo però non deve fare demordere, in finanza non c’è mai nulla di certo, puoi essere anche il miglior analista del mondo, ma c’è sempre un cigno nero imprevedibile dietro l’angolo. Tutto quello che possiamo fare è incrementare le probabilità di successo agendo con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, indicatori, dati macroeconomici, bilanci, compresi gli stop loss.
Fonti
Hayes A., Stochastic Oscillator, investopedia.com
Mitchell C., Williams %R Definition and Uses, investopedia.com
Murphy J.J. (1999), Technical Analysis of the Financial Markets, Prentice Hall Press
Murphy J.J. (2001), Analisi tecnica dei mercati finanziari. Metodologie, applicazioni e strategie operative, Hoepli (è la versione italiana di quello precedente).
Murphy J.J., (2021), Intermarket Technical Analysis: Trading Strategies for the Global Stock, Bond, Commodity, and Currency Markets, Wiley
Pring M.J. (1995), Analisi tecnica dei mercati finanziari, McGraw-Hill Italia
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