Il 18 gennaio 2022 è stata resa nota la notizia dell’acquisizione di Activision Blizzard (ATVI) da parte di Microsoft per 68,7 miliardi di dollari pari a 95 dollari per azione. Notate bene che l’acquisizione non è conclusa, deve essere approvata dagli azionisti di ATVI e si concluderà probabilmente nel 2023.
Sommario
- 1 Atari, l’errore del secolo?
- 2 Activision una storia nata nel 1979
- 3 L’arrivo di Bobby Kotick (1990-1997)
- 4 Acquisizioni e Crescita (1997-2006)
- 5 Vivendi e Blizzard Entertainment (2007-2014)
- 6 L’esplosione di Call of Duty, Buyback e ingresso nel Fortune 500 (2010-2019)
- 7 Covid, Call of Duty Mobile e Microsoft (2020-2022)
- 8 Fonti
Atari, l’errore del secolo?
Se pensiamo al mondo dei videogiochi agli albori probabilmente il primo nome che vi viene in mente è Atari. Una piccola società che ha saputo diventare un colosso e scomparire dal mondo videoludico con l’avvento di Playstation.
Nel 2013 ha avviato la procedura fallimentare (chapter 11) con l’intento di ristrutturarsi e sopravvivere. Oggi possiede alberghi, ha avviato un azienda che commercializza il suo Atari Token e ha presentato una nuova console dopo un crowdfunding su Indiegogo, l’Atari VCS (2020) ricalcando la famosa Atari 2600 esteticamente a un costo di 399 dollari.
Il momento d’oro di Atari Inc furono gli anni ’70 quando faceva parte del gruppo Warner. Ma le cose sarebbero potute andare diversamente…
Nel 1979 il dipartimento marketing ha avuto l’idea (brillante direi) di presentare un report ai propri sviluppatori indicando il contributo del singolo gioco ai profitti complessivi dell’azienda. L’intento era quello di ispirare spingere gli sviluppatori verso i giochi che avevano riscosso più successo.
Quattro sviluppatori di punta di Atari (David Crane, Larry Kaplan, Alan Miller e Bob Whitehead) con le loro creazioni erano responsabili del 60% delle vendite di Atari. Crane ricorda che all’epoca i dipedenti del reparto erano 35 e su 100 milioni di dollari di cartucce vendute 60 erano merito loro.
Il loro stipendio era di 22 mila dollari l’anno, questo perché il mondo videoludico si è modellato sul settore dei giocattoli dove i creatori ricevevano un fisso e le creazioni dei designer erano tutte di proprietà dell’azienda. I quattro sviluppatori, chiamati “Gang of Four”, erano convinti che il modello più corretto fosse quello della musica, dei libri o dei film. Curiosamente la Warner applicava questo trattamento assieme a bonus nelle sue altre divisioni.
La volontà era quindi di ricevere delle royalties per le loro creazioni, per questo ci fu un incontro con Ray Kassar, il CEO di Atari nominato da Warner Communications. La risposta, tratta da InfoWorld del 1983 è stata:
Kassar ha poi rincarato la dose chiamandoli ‘designer di asciugamani’ e sostenendo che chiunque può fare una cartuccia. Cosa dire… sicuramente ottime previsioni.
Activision una storia nata nel 1979
I quattro a questo punto decidono di fondare una società che almeno inizialmente avrebbe sviluppato giochi proprio per la Atari 2600. Voglio farvi notare all’epoca il concetto di sviluppatore di terze parti, inteso come indipendente dai produttori di console non esisteva.
La società nasce nel 1979 a Sunnyvale in California con il nome provvisorio di Computers Arts Inc, nello stesso periodo i fondatori con l’aiuto di Jim Levy (successivamente CEO di Activision) hanno ricevuto 1 milione di dollari da Sutter Hill Ventures per poter cominciare a operare 1.
Nei mesi successivi la società è stata rinominata Activision combinando active e television. Come ogni grande azienda che si rispetti hanno cominciato a operare nel garage di Crane sviluppando alcuni giochi, tra cui Dragster. Questi saranno poi presentati al Consumer Electronic Show (CES) di Chicago dell’estate successiva.
Proprio in questa occasione è incominciata la guerra con Atari che sentendosi minacciata espose un annuncio a tutta pagina sulla rivista del CES recitando:
Atari ha poi intentato con la nuova società una causa per violazione di accordi di non divulgazione e utilizzo di materiali proprietari. La causa si concluderà con l’accettazione da parte di Activision di pagare royalties a Atari. Curiosamente però è stata proprio Activision grazie ai suoi prodotti a sostenere vendite e ricavi di Atari sviluppando prodotti per la sua console.
Assieme ai primi giochi incominciano le innovazioni. Activision presentò per prima le confezioni con screenshot dei giochi, un manuale di istruzioni con i credits agli sviluppatori e la possibilità di ricevere patch inviando alla compagnia una fotografia del proprio high score (eccoli qui i primi trofei).
Il primo vero successo Activision lo ottiene con Kaboom!, nel 1981 vendendo più di un milione di copie e Pitfall! l’anno successivo. Nel 1983 il fatturato era pari a 157 milioni di dollari e ricavi per 60, la valutazione si attestava sui 300 milioni di dollari. Il crash del mercato dei videogiochi del 1983 ha ridotto i ricavi a 7 milioni alla fine del 1984 e riducendo gli impiegati da 400 a 95 2. Successivamente la società ha deciso di diversificare i propri prodotti su più dispositivi.
L’arrivo di Bobby Kotick (1990-1997)
Negli anni successivi alcuni dei fondatori hanno lasciato la società come Crane e Levy per divergenze sulla gestione. Le acquisizioni degli anni successivi (Infocom) e la ristrutturazione in Mediagenic non ha portato i risultati sperati portando Activision ad essere acquisita da Bobby Kotick nel 1990.
Come dichiarato da Crane l’obiettivo di Kotick, che precedentemente aveva tentato di acquisire Commodore International, era ottenere il brand Activision e sfruttare la sua forza acquisendolo a un bargain price (e qui cito Ben Graham), un affare insomma.
La stima del brand Activision secondo Kotick era pari a 50 milioni, ma ha acquistato la società per soli 500.000 dollari nel 1991, assieme a Steve Wynn (quello del Mirage e del Bellagio a Las Vegas) e Philips Electronics. Questo grazie ai pessimi risultati degli ultimi anni con 27 milioni di perdita nel 1991, 29 di ricavi e 60 di debito.
Kotick ha provveduto a ristrutturare la società (cd. bankruptcy restructuring plan o chapter 11) e ha convertito parte del debito in azioni cercando di coinvolgere i creditori nella nuova società. La nuova proprietà ha provveduto a lanciare alcuni bundle di vecchi giochi di successo e Return to Zork.
Entro il 1992 la società si era già risollevata ed era stata nuovamente rinominata Activision. La nuova società è stata quotata nell’ottobre del 1993 sul Nasdaq sotto il ticker ATVI raccogliendo circa 40 milioni di dollari.
Nel 1995 Activision riesce a mantenere le promesse di incrementare i ricavi del 50% rimanendo a break even, nel 1997 la domanda di giochi ha reso la società profittevole. Da qui in poi incomincia una lunga serie di successi come MechWarrior, Heavy Gear e Battlezone.
Acquisizioni e Crescita (1997-2006)
Fra il 1997 e il 2008 abbiamo assistito a una crescita esponenziale di Activision che completa 25 acquisizioni di rivali e sopravvive abbastanza agilmente alla crisi del 2001.
Le più rilevanti sono state Raven Software (stringendo rapporti con id Software), Neversoft (Tony Hawk), Infinity Ward (acquisita per rispondere a Medal of Honor di EA), Treyarch e Gray Matter Interactive. Quest’ultima è interessante perché la partecipazione in questo studio ha permesso ad Activision di essere il publisher di Return To Castle Wolfenstein (mitico BJ).
La società nel 2000 è organizzata come holding prendendo il nome di Activision Inc, che è la società quotata con il ticker ATVI, mentre la società madre (quella che sviluppa materialmente i videogiochi) viene ridenominata Activision Publishing Inc.
Nel 2006 Kotick (che nel 2012 sarebbe entrato nel board di Coca Cola) era preoccupato della mancanza di un titolo che potesse occupare il crescente mercato dei MMO (massively multiplayer online), visto come un’opportunità per ottenere ricavi tramite abbonamenti e microtransazioni (ripeto 2006). Notate come le idee comincino a circolare molti anni prima rispetto alla loro applicazione massiva.
Vivendi e Blizzard Entertainment (2007-2014)
Bobby Kotick ha quindi contattato Jean-Bernard Lévy, CEO di Vivendi. Vi dice qualcosa? è proprio il conglomerato francese diventato famoso negli ultimi anni in Italia per la scalata a Mediaset e per lo scontro con Elliott (il fondo proprietario del Milan) in Telecom Italia.
Vivendi Universal all’epoca non se la passava molto bene e ha dovuto cedere Canal+, Tele+ e molte altre società tra cui Universal Entertainment (NB: proprio Universal) a General Electric che a sua volta la fonde a NBC per creare NBC Universal.
La società francese (ridenominata Vivendi SA) aveva mantenuto Vivendi Games che controllava Sierra Entertainment (Empire Earth) e soprattutto Blizzard Entertainment. Credo che quasi tutti conoscano World of Warcraft, gioco che in quel periodo raccoglieva 1,1 miliardi di dollari in abbonamenti l’anno.
Blizzard Entertainment faceva parte di Vivendi Games dal 1998, anno di acquisizione di Havas (società di videogiochi francese). Havas aveva acquisito Blizzard l’anno precedente a seguito di uno scandalo per falso in bilancio dell’americana Cedant Software, figlia a sua volta della fusione fra HFS Corporation (un conglomerato di hotel, real estate e noleggio di auto) e CUC International. Stiamo parlando di un bel minestrone.
Cosa centra tutto questo con Activision? Prima di tutto voglio far notare come il mondo sia strettamente collegato e come ci siano partecipazioni incrociate sia a livello geografico che di settore ed eravamo in un periodo in cui le aziende diversificavano a casaccio, con tutte le difficoltà di integrazione che possiamo immaginare. Secondo aspetto, la crisi di Vivendi, che nel 2002 perdeva un miliardo di dollari al mese, aveva costretto il management a cedere molti pezzi pregiati.
La situazione era favorevole per entrambi. Kotick voleva avere World of Warcraft mentre Lévy rilanciare Vivendi e la sua divisione gaming. Il risultato fu un accordo per una fusione fra Vivendi Games e Activision, nella quale Lévy ottenne la maggioranza (52%). Kotick sarebbe però rimasto come CEO di Activision Blizzard. Pare che Kotick fu convinto dall’espansione di Blizzard in Cina e quindi dalla potenziale crescita dei ricavi 3.
La fusione si concluse nel 2008 creando una società valutata all’epoca 19 mld$ contro i 14 mld$ di Electronic Arts. L’operazione ha portato alla chiusura di Sierra Entertainment e alla cessione o chiusura di molti brand non ritenuti adeguati da Activision. Fra i sopravvissuti cito Crash Bandicoot, Spyro the Dragon e Prototype.
L’esplosione di Call of Duty, Buyback e ingresso nel Fortune 500 (2010-2019)
Nel 2009 nasce Sledgehammer Games per mano di due sviluppatori di Visceral Games, la nuova società viene quasi immediatamente assorbita da Activision con l’obiettivo di creare un incrocio fra Dead Space e Call of Duty.
Nel 2010, la famosa disputa legale fra Infinity Ward e Activision ha però stoppato il progetto portando Sledgehammer, quel che restava di Infinity Ward, Treyarch e Raven a cooperare per sviluppare Modern Warfare 3. Nello stesso periodo viene concluso un accordo con Bungie (Halo) tramite il quale Activision ne diventerà il publisher fino al 2019.
Negli anni successivi la società ha avuto una serie di perdite dovute al calo delle vendite di Guitar Hero e altri brand, dovendo chiudere alcuni studi (RedOctane) e riducendone altri (Neversoft). Ma ha anche riscosso alcuni dei più grandi successi come Call of Duty: Modern Warfare 2 e 3 nonché CoD: Black Ops. Stiamo parlando di giochi da 400 milioni di dollari al day-one.
Nel 2013 Activision e Vivendi si separano. Tramite un’operazione complessa (buyback) Activision Blizzard ha acquisito 5,83 miliardi di dollari (429 milioni di azioni di ATVI) da Vivendi. Questi fondi sono stati ricavati da cash per 1,2 mld$ e debito per 4,6 mld$ tramite JP Morgan e Bank of America Merryll Lynch.
Simultaneamente, un veicolo d’investimento chiamato ASAC II LP controllato da Kotick e Brian Kelly (co-chairman di Activision) con la partecipazione di diverse società fra cui Tencent, ha acquisito 2,34 mld$ (172 milioni di shares) da Vivendi detenendo il 25% di Activision Blizzard.
Vivendi rimane un azionista di minoranza con una quota del 12% 4. La società torna di fatto ad essere indipendente con la maggior parte delle azioni detenute dal pubblico. Negli anni successivi Vivendi ha ceduto parte delle sue quote.
Dopo i successi di Destiny e CoD: Ghost (1 mld$ al dayone) Activision nel 2014 era la quinta società gaming per fatturato con 4,4 mld$ dietro a Tencent, Sony, Microsoft e EA. Nell’agosto 2015 la società entra nell’S&P 500, l’unica società gaming assieme a EA. Sempre nel 2015 Activision completa l’acquisizione di King, ossia Candy Crush, per 5,9 mld$.
Nel 2017 Activision Blizzard entra nel Fortune 500 (top 500 società USA per ricavi) diventando la terza compagnia videoludica della storia dopo Atari e EA 5.
Covid, Call of Duty Mobile e Microsoft (2020-2022)
Ho approfondito questo periodo nella seconda parte. Nel 2020 con il lancio di CoD: Warzone nasce un nuovo studio (Activision Mobile) che si occupa di sviluppare Call of Duty Mobile. Il Covid-19 ha poi spinto i ricavi di tutte le società tech e di intrattenimento “stay at home”, portando ricavi per 1,44 mld$ fra marzo e maggio 2020 6.
A gennaio 2021 la capitalizzazione di Activision ha raggiunto i 72 mld$ celebrando un successo quasi inarrestabile (per fare un paragone Unicredit all’epoca era a 29 miliardi di dollari ≈ 25,7 in €). Nel febbraio dello stesso anno il Public Investment Fund (PIF, il fondo sovrano saudita) ha acquisito 1,4 mld$ della società7 8.
Arriviamo quindi alla notizia bomba di questi giorni (18 gennaio 2022), che verrà analizzata in un futuro articolo. Microsoft ha annunciato di voler acquisire Activision Blizzard per 68,7 miliardi di dollari pari a 95 dollari per azione. L’acquisizione farebbe di Microsoft la terza gaming company dopo Tencent e Sony.
Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming sarebbe a capo di una nuova divisione formata da Xbox Game Studios e Activision Blizzard. Sottolineo che l’acquisizione non è stata ancora approvata dagli azionisti, in questo caso dovrebbe essere completata nel 2023.
Nel frattempo, Bobby Kotick è ancora CEO di Activision Blizzard dal 1991 nonostante i recenti scandali che hanno travolto la società.
Fonti
1 Reeves B., Activisionaries: How Four Programmers Changed The Game Industry. Gameinformer, febbraio 2013.
2 DeMaria, Rusel; Wilson, Johnny L. (2003). High Score!: The Illustrated History of Electronic Games (2 ed.). New York: McGraw-Hill/Osborne. p. 103-105. ISBN 0-07-223172-6.
3 Beller P. Activision’s Unlikely Hero. Forbes, gennaio 2009.
4 BusinessWire, Activision Blizzard Announces Transformative Purchase of Shares from Vivendi and New Capital Structure. Luglio 2013.
5 NewZoo, The Top 25 Public Companies Generated $54.1Bn Game Revenues in 2014, Up 10.4% Year-on-Year. Aprile 2015.
6 BBC News Lockdown and loaded: virus triggers video game boost. Maggio 2020.
7 Taylor M., Activision Blizzard is currently valued at $72 billion– PC Gamer, gennaio 2021.
8 Kerr C., Saudi investment fund acquires shares in Activision Blizzard, Take-Two, and EA. Gamasutra/gamedeveloper.com, febbraio 2021.
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