Oggi ci occupiamo di indicatori per l’analisi tecnica, più precisamente di oscillatori. Quelli di cui parliamo oggi misurano il Momentum, ossia la forza del trend in atto.
Sommario
Momentum
Il Momentum è l’indicatore più facile nel calcolo, è sufficiente sottrarre al valore di chiusura di oggi il valore di chiusura del primo giorno del periodo. Il valore viene posto in un grafico che oscilla attorno allo 0. Se i prezzi sono saliti nell’ultimo periodo il valore sarà positivo, altrimenti negativo.
La lunghezza del periodo da prendere in considerazione dipende dalle vostre preferenze. J.J. Murphy usa 10 giorni, ma molti trader utilizzano i 14 periodi. All’aumentare della lunghezza l’indicatore sarà meno reattivo, ma fornirà meno falsi segnali.
I segnali sono l’incrocio a rialzo o ribasso della linea dello zero e le divergenze. Se il prezzo segnala nuovi massimi (minimi) e l’indicatore non conferma con nuovi massimi (minimi), allora siamo in presenza di una divergenza ribassista (rialzista).
Rate of Change (ROC)
Il Rate of Change è il rapporto fra la chiusura di oggi e la chiusura dell’inizio del periodo, il tutto moltiplicato per 100. Secondo J.J. Murphy il periodo è sempre 10 giorni, ma ci sono molte varianti. Alcuni utilizzano 25 o 28 giorni per il medio-lungo periodo.
La linea 100 è il punto centrale attorno a cui oscilla il ROC. Se l’ultimo prezzo è maggiore della chiusura di 10 giorni fa il valore è positivo, nel caso opposto è negativo. Avremo un segnale long quando il ROC supera a rialzo la linea dei 100 punti, viceversa se la rompe a ribasso avremo un segnale short.
Anche in questo indicatore possiamo trovare delle divergenze rialziste e ribassiste fra prezzo e indicatore per individuare inversioni di tendenza o debolezza nel trend in atto. Nel caso in cui il prezzo segnali nuovi massimi ma non è confermato da nuovi massimi nel ROC la divergenza è ribassista. Nel caso opposto, quando il prezzo segnala nuovi minimi ma il ROC non segnala nuovi minimi, la divergenza è rialzista.
Il Rate of Change però prevede un’altra formulazione che oscilla attorno a zero anziché 100. Il calcolo è ROC=100*(V-Vx)/Vx ma le informazioni ottenute sono le stesse.
Commodity Channel Index (CCI)
No, non stiamo parlando del Consumer Confidence Index (CCI), ma del Commodity Channel Index (CCI). L’oscillatore è stato creato da Donald R. Lambert per individuare i cambiamenti ciclici sul mercato delle commodities, ma poi è stato applicato anche a azioni e obbligazioni e per tutti i mercati che presentano ciclicità. Questa idea non è nuova, è stata ripresa più volte da Charles Dow o Ralph N. Elliott.
Il calcolo non è complesso. Si parte trovando il typical point che è sostanzialmente un pivot point essendo la somma di massimo (high) + minimo (low) + chiusura (close) diviso 3. Questo calcolo viene fatto per tutta la serie interessata. Successivamente si calcola la media mobile del typical price, normalmente a 20 periodi.
Il passaggio successivo è il calcolo della differenza fra il typical price e la media mobile (chiamata deviazione), di cui poi viene calcolata la media in valore assoluto (Deviazione media). Arriviamo così alla formulazione del CCI, notate al denominatore la costante 0,015 introdotta da Lambert e che permette all’oscillatore di trovarsi nella maggior parte del tempo fra +100 e -100.
Possiamo quindi individuare delle fasce di ipercomprato (sopra a 100) e ipervenduto (sotto a -100), che sono i segnali più rilevanti del CCI assieme alle divergenze. Ad esempio, ci troviamo in un caso in cui l’indicatore scende e il mercato sale (o viceversa) e attraversa queste fasce. Questa divergenza è utile perché ci sono buone probabilità di un’inversione di tendenza.
Quando il prezzo si muove dallo 0 verso 100 significa che sta cominciando un uptrend (e viceversa). Notiamo anche che quando il CCI è superiore a zero, significa che il prezzo è al di sopra della media. Al contrario, quando il CCI è inferiore a zero, il prezzo è inferiore alla media.
Aumentando il livello delle fasce a +200 e -200 in alcuni sottostanti potrebbe rendere il segnale più preciso, purtroppo ogni titolo ha i suoi livelli di ipercomprato e ipervenduto (potrebbero essere anche +200 e -150).
Non ci sono particolari restrizioni di time frame, se non che, come tutti a brevissimo periodo, diventa meno affidabile. In generale, l’idea di Lambert è che se il ciclo individuato è di 60 giorni il CCI deve essere impostato a 1/3 ossia 20.
Altri modi di valutare il Momentum
Ci sono altri indicatori di momentum sono le medie mobili, il MACD, il Volume Weighted Average Price (VWAP), i Positive e Negative Volume Indexes e il Relative Strenght Index (RSI). Il momentum è anche un fattore su cui vengono calcolati indici che a loro volta servono da benchmark per la replica degli ETF smart beta.
Il momentum può essere valutato insieme a informazioni macroeconomiche, ad esempio, un calo dei tassi d’interesse può dare momentum al mondo del fixed income (obbligazionario).
Conclusioni
Gli strumenti di analisi tecnica hanno tutti il pregio di far vedere gli stessi dati (prezzo e volume) però rappresentati da un’altra angolazione. Questi 5 indicatori sono molto utilizzati ma, come ripeto sempre, nessuno di questi vuole essere lo strumento definitivo per diventare milionari. Lo scopo è sempre aumentare le probabilità di posizionarsi nella maniera corretta.
Le formule che vi ho esposto servono solo a capire i meccanismi degli indicatori perché tutti i portali fortunatamente, calcolano gli indicatori in automatico per voi. Il mio utilizzo degli indicatori e degli oscillatori è come conferma di quello che vedo nel grafico dei prezzi, l’unico indicatore sempre presente sono le fasce di medie mobili.
Se vuoi approfondire
Hayes A., Market Momentum, investopedia.com
Mitchell C., Commodity Channel Index, investopedia.com
Murphy J.J. (1999), Technical Analysis of the Financial Markets, Prentice Hall Press
Murphy J.J. (2001), Analisi tecnica dei mercati finanziari. Metodologie, applicazioni e strategie operative, Hoepli (è la versione italiana di quello precedente).
Murphy J.J., (2021), Intermarket Technical Analysis: Trading Strategies for the Global Stock, Bond, Commodity, and Currency Markets, Wiley
Pring M.J. (1995), Analisi tecnica dei mercati finanziari, McGraw-Hill Italia
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