Come già anticipato precedentemente avendo chiare le formule dell’offerta di moneta (M) e della base monetaria (BM) è possibile metterle in relazione col fine di individuare il cosiddetto moltiplicatore della moneta.
Il moltiplicatore della moneta in formule
Infine:
Dove:
Rappresenta il grado di propensione alla liquidità del pubblico, il quale dipenderà principalmente dal costo/opportunità presente tra detenere depositi rispetto al mantenimento in forma liquida, ovvero sui tassi d’interesse riconosciuti sui depositi.
Rappresenta il grado di propensione delle banche al mantenimento delle riserve libere, ovvero di maggiore liquidità. La scelta dipenderà esclusivamente dal costo del rifinanziamento fissato dalla banca centrale.
La formula del moltiplicatore ci consente quindi di individuare la relazione presente tra la base monetaria, la quale viene controllata dalla banca centrale attraverso alcuni strumenti, e l’offerta di moneta. In altre parole, questa equazione ci mostra la variazione dell’offerta di moneta a seguito di un certo cambiamento nella base monetaria.
Il controllo sull’offerta di moneta è si importante, ma solo parziale da parte delle banche centrali, infatti queste ultime non sono del tutto in grado di controllare la propensione alla liquidità del pubblico e nemmeno la quantità di riserve libere detenute dalle banche in via precauzionale.
Come si può facilmente evincere dall’equazione sopra riportata dunque, a fronte di un aumento della base monetaria, l’offerta di moneta si incrementerebbe più dell’aumento della base stessa.
Poniamo l’esempio di una riduzione dei tassi di interesse; i crediti richiesti dal pubblico sarebbero maggiori visto il minor costo, ma i depositi diminuirebbero riconoscendo minori rendimenti. Quindi saremo di fronte ad uno scompenso tra domanda di credito e offerta di depositi da parte del pubblico.
Si può concludere affermando che il moltiplicatore della moneta (chiamato anche moltiplicatore monetario) è uno strumento assai utile in mano alle autorità monetarie, ma può risultare instabile in alcuni momenti specialmente in quelli di crisi, rendendo parziale l’efficacia della politica monetaria.
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