Innanzitutto, di chi stiamo parlando? Il responsabile della politica monetaria dell’area Euro è rappresentato dal SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali).
Dopo aver inquadrato, seppure brevemente, chi sono le Banche Centrali e di cosa si occupano, vediamo ora, con più dettaglio, cosa succede all’interno dell’area Euro.
Come stabilito dall’articolo 127, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea: “L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, «SEBC», è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo una efficace allocazione delle risorse […]”. L’articolo 3 indica che: “L’Unione ha competenza esclusiva nei seguenti settori:
- unione doganale;
- definizione delle regole di concorrenza necessarie al funzionamento del mercato interno;
- politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è l’euro;
- conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune della pesca; politica commerciale comune”.1
I poteri decisionali spettano solo all’Eurosistema, composto dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) dei paesi che hanno aderito alla moneta unica.
Più nel dettaglio, gli organi decisionali della BCE sono il Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo. Spetta a quest’ultimo l’attuazione delle decisioni e la gestione corrente della BCE mentre il primo si occupa delle decisioni di politica monetaria.
Per conseguire l’obiettivo della stabilità dei prezzi, quantificato in: “un aumento sui dodici mesi dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore, ma prossimo, al 2% nel medio periodo”, la BCE influenza le condizioni del mercato monetario, e quindi il livello dei tassi di interesse a breve termine. Per fare ciò, l’Eurosistema ha a disposizione una serie di strumenti, convenzionali, che includono le operazioni di mercato aperto, le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e la riserva obbligatoria.
Nelle operazioni di mercato aperto è la BCE che prende l’iniziativa e stabilisce le modalità e i relativi tassi per l’attuazione. Questa categoria ricomprende un insieme di operazioni, tra le quali vi rientrano quelle di rifinanziamento principale, quelle di rifinanziamento a più lungo termine, quelle di fine-tuning e quelle di tipo strutturale.2
Le operazioni di mercato aperto consentono alle controparti della BCE di acquisire la liquidità necessaria per colmare il disavanzo aggregato, in modo che i tassi del mercato monetario a breve termine rimangano vicini a quelli stabiliti dal Consiglio Direttivo. Prima della crisi europea, la maggior parte della liquidità era fornita attraverso le operazioni di rifinanziamento principale (MRO), in modo che il tasso derivante, il Tasso Ufficiale di Riferimento (MROR), costituisse un tasso chiave per il Consiglio direttivo.
Attorno al MROR ruotano anche i due tassi interbancari principali dell’area Euro: l’EURIBOR (EURo Interbank Offered Rate) e l’EONIA (Euro OverNight Index Average).
All’interno delle operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, le due standing facilities della BCE creano un corridoio per i tassi del mercato monetario a brevissimo termine attorno al MROR.
Tramite la deposit facility le controparti possono “parcheggiare” la liquidità inutilizzata overnight ricevendo un tasso di interesse, il tasso interesse sui depositi (DFR), inferiore al MROR. Grazie al marginal lending facility, le controparti possono prendere in prestito, sempre per la durata overnight (e a fronte di garanzie idonee), tutta la liquidità mancante alla fine della giornata, pagando un tasso di penalità, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale (MLFR), fissato al di sopra del MROR. Prima della crisi finanziaria, il corridoio definito dalle strutture permanenti era fissato per la maggior parte del tempo simmetricamente attorno al MROR con una larghezza di 200 punti base.3
Figura1: Rappresentazione grafica tassi
Fonte: ns elaborazione dati
Dal grafico (Figura 1) si evince la strategia intrapresa, durante gli anni, dalla BCE per fronteggiare le conseguenze della crisi del 2007, la crisi del debito sovrano del 2009-2012, per arrivare, infine, ai giorni nostri.
Concludendo, la riduzione dei tassi, non solo verso valori prossimi allo zero ma anche in negativo, ha rappresentato solamente l’effetto finale di quanto stabilito dalla BCE dal momento che, nel corso degli anni, l’azione principale è stata accompagnata da una lunga serie di interventi non convenzionali.
Per dare il giusto risalto a questi ultimi si ritiene opportuno farlo con un altro articolo.
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1TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA (VERSIONE CONSOLIDATA), Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 26.10.2012.
2BCE, “La Banca Centrale Europea, l’Eurosistema, il Sistema Europeo di Banche Centrali”, 2011.
3P. Hartmann, F. Smets, “The first twenty years of the European Central Bank: Monetary Policy”, BCE, Working Paper Series No 2219, December 2018.